Specchi e Radici è un’installazione partecipativa che trasforma lo spazio urbano in un palcoscenico simbolico dove il prendersi cura si manifesta come esperienza condivisa. L’opera si compone di poltrone da salone di bellezza su cui sono fissate mantelle artistiche: superfici che qui non servono alla funzione originaria, ma diventano tele collettive. Al centro, una grande testa tridimensionale in legno di recupero (naturale e lavorato) accoglie contributi e pensieri che si stratificano, costruendo un racconto collettivo. Gli specchi, a loro volta, non sono superfici riflettenti, ma supporti poetici che restituiscono frasi e immagini dedicate alla memoria, alla radice e all’identità. L’intero spazio diventa un luogo di condivisione, in cui la partecipazione è atto creativo e la cura diventa linguaggio comune. Il pubblico è invitato a scrivere, dipingere, cucire lasciando segni che raccontano emozioni, condividere un pensiero o una memoria. Gli specchi non riflettono l’immagine reale......